Ma dove sei?

Come rendere affascinante Dio?

Me lo sono chiesta ieri, a Messa. La Chiesa semi deserta, annunciava l’imminente fine dell’anno scolastico e con esso il termine del catechismo.

Banchi vuoti. Pochissimi bambini a suonare gli strumenti o a battere le mani. La loro vivacità, il loro scambio della Pace tra sorrisi ed abbracci, ieri, non c’era…

Qualche anziano. Famiglie invisibili. Cinque o sei papà.

Cosa c’è di sbagliato?

Perché tu, o Dio, non riesci a ricordare loro, quanto si sta bene con te vicino? Tu, fonte di amore e di gioia. Tu, unica certezza, in questo mondo dove tutto è incerto.

Riparo, tra la tempesta. Quiete nei rumori dei nostri pensieri.

Consolatore, degli strappi del nostro cuore. Sarto perfetto. Che aggiusta, ripara, mette pezze.

Tu, Maestro d’arte. Disegni aurore e scolpisci il Cielo.

Tu, scienziato perfetto. Il nostro corpo è testimone del tuo ingegno. Io, che lo ammiro da vicino, lo scruto nei minimi particolari, dopo trent’anni, tutte le volte, mi meraviglio di tanta ingegneria accurata.

Tu, poeta, delle nostre anime. Ci hai donato la libertà di esprimere i nostri sentimenti, attraverso tutti i nostri sensi.

Tu, silenzioso compagno di vita. Già nostro Padre, da prima che venissimo al mondo.

Tu, hai attraversato i deserti. Hai compiuto miracoli. Hai parlato in lingue. Hai accarezzato bambini, donne, uomini, vecchi, ammalati. Sempre sorridente. Amante della compagnia.

Ora sei spesso solo. Mi spiace tanto. Ma sai, anche parlare di te, non è facile.

Non fai tendenza. Non fai audience. Non sei di moda.

La gente ti guarda un pochino perplessa.

Chi ti rappresenta, quaggiù, ha fatto un po’ di casino.

E la gente ha perso fiducia. Nella Chiesa e nei suoi rappresentanti. Ed allora è facile, girare le spalle. E dire” Che schifo!”.

Le persone non han bisogno di prediche difficili. Di commenti teologici.

No.

Abbiamo necessità di scoprire e ritrovare un Dio, che entri nelle nostre famiglie. Che abbracci una coppia che si sta separando. Che sorregga chi è in difficoltà. Che sappia ascoltare, chi è in crisi d’identità sessuale. Che non ci faccia sentire soli, nelle nostre fragilità quotidiane.

Questo, è il Dio, che vorremmo.

Ed allora,  mandaci tuoi testimoni forti.

Di poche parole, ma di grande esempio.

Che a guardarli, la gente pensi:” Ecco…attraverso quei gesti, ho visto Dio”.


Forse, il mondo, tornerà a pregare. A credere. Ad essere meno insoddisfatto della vita.

E i bimbi, crescerebbero con la speranza di un futuro migliore.

54 pensieri riguardo “Ma dove sei?

  1. IN CAMMINO

    di Fausto Corsetti

    Con lentezza accadono le trasformazioni. Lentamente si compiono le impervie arrampicate. Si susseguono con lentezza i giorni di chi assapora domande importanti, si nutre di sguardi intensi, di desideri insaziabili, di viaggi coltivati a lungo nel segreto e nel desiderio. Viaggi, forse, lontano da quei treni chiamati “ad alta velocità”. Ne trattengo l’immagine: sedere comodamente, magari occupati ad affari importanti, e non distinguere altrettanto comodamente e facilmente persone e cose oltre quel grande finestrino.
    Lo sguardo stenta a fissare i dettagli: gli occhi possono guardare lontano, forse, meravigliarsi per le tante immagini che scorrono rapidamente e che il treno lascia dietro di sé. Ma non riescono a fissare i particolari, le piccole cose.
    Accade così, non di rado, nella vita, quando scopriamo nella quotidianità l’insipienza delle nostre corse, tutto il valore del cammino…

    Non è semplice il cammino, perché camminare significa avanzare a piccoli passi, passare dentro, non solo davanti, non solo oltre.
    Le mani possono così sfiorare e accarezzare le erbe più alte, e appoggiarsi sulle ruvide rocce che preparano lo spazio, la base, per il passo successivo.
    Gli occhi apprendono non solo a svelare dettagli capaci di stupire, ma possono finalmente sostare, adagiarsi sulle cose e aspettare di scivolare dentro al mistero che i piccoli dettagli custodiscono con memoria gelosa, seppure sempre disponibili a lasciarsi possedere, capaci di sorprendere, pronti ad iniziare chi lo desideri davvero verso il non evidente.

    Nel cammino, non c’è rapidità, ma gradualità. Non c’è eccesso, ma ricchezza. Non c’è conquista, ma stupore per quanto ancora resta da compiere, da intraprendere, da scoprire.
    Camminare è possedere tempo e spazio per sostare, per scendere dentro, per assaporare, persino ad occhi chiusi, sdraiati su un mondo vivace, fecondo, creativo, generoso, capace di stupire e di attrarre, senza trattenere o rapire. Il cammino non offre facili risposte, ma nuove domande, orizzonti inediti, stanze interiori inesplorate che possono dischiudersi solo con chiavi segrete, nascoste dentro il nostro animo.
    È tempo giusto, atteso, vissuto, custodito. Nel cammino nulla viene a caso, niente se ne va inutilmente. Si vive ogni passo, ogni parola, ogni inquietudine, ogni silenzio, ogni domanda: è la condizione privilegiata per chi conosce l’attesa e, di piú, per chi osa “fermarsi”. Amare le domande. Inconcepibile, per chi preferirebbe avere risposte, ricette, soluzioni, meglio se trovate da qualcun altro.

    È tempo oggi: è questo il tempo per camminare, non piú per correre, per sostare e ritrovare finalmente se stessi; per vivere di domande, ora, fino all’estremo giorno in cui ci sarà data, con sorpresa e gratuità, la Risposta.

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  2. Oggi secondo me il problema più grande che ha la Chiesa è quello di non avere più sacerdoti a cui affidare la propria missione. Mancano le vocazioni e per questo bisognerebbe pregare e molto. Senza qualcuno che amministri come può una casa andare avanti? Non ci si può fermare soltanto all’immagine del Papa che distribuisce sorrisi. C’è un lavoro immane oggi che la Chiesa, dispiace dirlo, non arriva a svolgere per mancanza di amministratori. e quelli rimasti troppo spesso si dedicano solo alla solidarietà dimenticando che oltre che alle opere di bene bisogna insegnare profondamente , approfondire il messaggio cristiano. Oggi più che mai sarebbe cosa essenziale. Grazie per questo post , che rende onore alla figura di un Dio che ci segue ogni momento del nostro vivere. Un abbraccio. Isabella

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    1. Ma sai, anche loro sbagliano.
      Se pensiamo che anche gli apostoli hanno abbandonato Gesù, dopo il suo arresto, ma poi, nel giorno della Pentecoste, hanno ricevuto lo Spirito Santo!
      Le Scritture non dicono che il giusto non pecca mai, poiché col peccato non resta nel fango, ma si rialza e prosegue il cammino.
      Dobbiamo pregare, perché il loro esempio, possa far comprendere che la Chiesa è il vero luogo d’incontro con Dio.
      Attraverso la Parola, i sacramenti, la comunione.
      Buon proseguo di serata.
      Grazie Isabella🌸

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  3. C’è molta sofferenza in giro,solitudine…abbandono, la Chiesa la sentiamo distante presa dai loro problemi interni.
    Prima i Parroci li vedevi andare in giro per le strade visitando famiglie dire una parola di conforto…un aiuto.
    Adesso sono troppo lontani dalle famiglie che dovrebbe essere la loro preoccupazione principale.
    Troppi problemi affliggono le famiglie di adesso abbandonate da tutti…problemi grossi.
    A parte le mancanze della Chiesa.. Dio vive in ogni luogo lo sentiamo dentro di noi,vive parla con noi,la fede va al di là delle parole di un Prete che non sa più comunicare…predicare…amare …il suo gregge.
    Hanno fretta anche loro di chiudere la Chiesa…per altri interessi.
    Il mio Dio lo sento sempre con me,vive con me.. nella vita di ogni giorno, quella vera fatta di aiuto..rinunce..dolori.
    La fede quella vera e fra la gente che soffre che di arrabatta per vivere per pagare un dottore per i figli malati…non vedo nessun Prete che lo fa…la vera Chiesa si trova in ogni strada…in ogni lacrima.
    Dio lo sento sempre con me.
    Ti abbraccio

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    1. Grazie del tuo prezioso commento.
      Si, anche io vedo Dio, ovunque.
      Non ci sono più vocazioni.
      Anche Papa Francesco, disse:” Quando una Chiesa si chiude, si ammala. Deve uscire e recarsi verso le periferie.”
      Dobbiamo pregare. Per chi la rappresenta. Perché abbia forza di proseguire e di cercare di avvicinarsi maggiormente alle famiglie, alle persone sole, a chi è in difficoltà…
      Buona serata💖

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    1. Grazie davvero!
      Dovevano essere d’impatto.
      Chi rappresenta la Chiesa, ha il dovere di trasmettere gioia, entusiasmo, amore per la vita, umiltà. Caratteristiche che ho racchiuso in queste immagini.
      La fiducia, se viene a mancare, è molto difficile da riottenere.
      Confido in una ripresa. Speriamo…
      Buona serata, e grazie ancora❣️

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  4. La gente ha bisogno di sostegno non di teologia, scusami ma io penso che un errore profondo voluto e non casuale sia stato proprio questo: la Chiesa per troppo tempo non ha più insegnato veramente facendo comprendere la grandezza e la potenza della nostra religione. Non ha insegnato e spiegato la nostra liturgia, non riesce ha far comprendere ciò che veramente è scritto nei vangeli o nell’antico Testamento. Le persone entrano in Chiesa distratte, pensando ad altro e non sentono nulla, vivono la Santa Messa come una noia mortale e quindi scocciati se ne rivanno via a godersi la giornata di festa. Perché non sentono che il vero momento di gioia, di sostegno, di luce e di crescita è proprio lì.
    Scusa, è uno sfogo perché domenica in Chiesa eravamo veramente pochi e, come tu hai scritto, sono spariti tutti bambini con i rispettivi genitori. Fatta la Prima Comunione finito il compito, che senso ha? Prima di seminare bisogna preparare bene il terreno, bisogna concimare, arare per fargli prendere aria, poi si può seminare e sperare in un buon raccolto continuando ad innaffiare abbondantemente…
    Gio’

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    1. Si, purtroppo è così.
      Ma tanti rappresentanti della Chiesa, si dimenticano di essere ” agricoltori ” costanti.
      Hanno bisogno di noi. Del nostro aiuto.
      Delle nostre preghiere. Perché, sovente, sono uomini fragili.
      A tal proposito , mi è sempre piaciuto, questo scritto:
      “Abbi sempre Gesù nel cuore, e l’immagine del Crocefisso non si allontani mai dalla tua mente. Sia Gesù tuo cibo e tua bevanda, tua dolcezza e tua consolazione, tuo miele e tuo desiderio, tua lettura e tua meditazione, tua preghiera e tua contemplazione, vita, morte e risurrezione tua. Gesù è miele alla bocca, melodia all’orecchio, letizia al cuore”.
      (S. Bernardo)
      Grazie della bella riflessione e testimonianza.

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  5. Io penso che la gente non volti le spalle a Dio, non sai quanti pregano da soli, alla gente non piacciono i rappresentatnti della Chiesa….i riti sono fondamentali in tutte le religioni, anche nella nostra ma è il mistero quello che più dovrebbe rapire.
    Personalmente cerco Dio nei minori, sono sincera, a volte non riesco a farmi affascinare dalle figure importanti.

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  6. Mi hai letto dentro a distanza ed hai espresso tutto ciò che provo e sento anch’io nel mio cuore. Spesso durante la messa a cui assisto ogni giorno dico a Gesù che lo ringrazio, lo amo, gli chiedo perdono anche da parte di tutti coloro che non lo fanno.

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  7. Si Crede, ma non siamo robot e capita di arrabbiarsi quando vedi un accanimento senza logica e senza amore . Arrabbiarsi serve perché vuol dire credere davvero. Poi le cose le superi, ma lo capisci che, se non sei impazzita , è perché non hai fatto tutto da sola.
    Le immagini che hai messo sono bellissime ❤️

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    1. Si, io per prima.
      Non è che il fatto di credere, ti immunizza dalla rabbia o dalla tristezza.
      È solo che impari a reagire in modo diverso.
      Per le immagini, desideravo evidenziare la spontaneità e l’umanità di alcune persone che rappresentano al meglio la Chiesa ma soprattutto Dio.
      Ciao, cara❤️

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    1. “Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; e passano accanto a se stesse senza meravigliarsi”.
      (Sant’Agostino)
      Forse è per questo che non lo vedono…

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