Giornata dell’infermiere

Per noi infermieri. Mai, come oggi, sento questo giorno.

Per i buchi sul cuore che restano lì…

Strappi ampi. Come stoffa usurata che svolazza al vento.

Per chi lavora ora in Ospedale. Col turno di notte. Lontano ancora una volta dalla famiglia. Con tute e maschere. Con la stanchezza in tutto il corpo , da più di un anno.

Con accanto pazienti che soffrono. Che sono soli. Che non smettono di lottare.

Per una mia collega grave, per colpa del Covid. Ed io, ancora una volta, mi trovo catapultata tra quelle pareti fredde dove l’umidità del sudore e delle lacrime, scivola lungo i muri, tappezzandoli di goccioline.

Per tutti i ricercatori, che attraverso ore passate al microscopio, hanno donato speranza.

Per tutti quelli che hanno disegnato murales, dedicando agli operatori sanitari, un bellissimo dipinto.

Per chi mi ha chiesto come stavo. E poi, ha atteso ed ascoltato la mia risposta, con calma ed attenzione.

Per chi si è preoccupato per me.

Per le preghiere.

Per le mani accarezzate e quelle lasciate andare senza vita.

Ora, conosco profondamente, cosa siano il dolore, la frustrazione, l’empatia, la forza.

Raccolgo tutto. Nulla lascio a terra. Non voglio perdermi nemmeno un briciolo di questa vita.

Non uno…