Ringraziare. Sempre.

Ringrazio ogni mattino, attraverso il segno della croce, Dio, per il dono del nuovo giorno.

Non riesco a farne a meno.

Lo saluto e gli affido le persone più care.

Faccio colazione con latte, Nesquik e qualche biscotto.

Poi mi reco in bagno, dove col filo interdentale, faccio buffe facce allo specchio. Mi lavo denti e faccia.

Crema per il viso. Un po’ di profumo .

Scarpe da ginnastica, jeans , una carezza a Scooby e via in auto.

Spesso incrocio persone che conosco. Premono il clacson in segno di saluto ed io rispondo felice, con la mano.

Durante il tragitto, prego per coloro ai quali ho promesso una preghiera.

Poi, entro in Ospedale.

È bello lavorare lì da tanti anni. Conosco praticamente tutti.

Timbro e salgo le scale.

Spesso già nello spogliatoio, ridacchiamo o ci facciamo forza se è presente un chirurgo un po’ rompiscatole.

Sono molto orgogliosa del lavoro che svolgo.

Sì.

Quando i miei figli erano piccoli, lasciarli per andare improvvisamente a lavorare, per un’urgenza, non era facile.

Proprio per niente.

Allora mentre si rattristavano ed iniziavano a chiedermi a che ora sarei tornata, rispondevo sempre che dovevo andare a far nascere un bambino.

Anche se in realtà, spesso dovevo strumentare interventi molto complicati.

Addomi acuti. Traumi. Fratture. Gravidanze extrauterine.

Ed allora, vedevo le loro smorfie pensierose, trasformarsi in sorrisi.

Per anni i loro amichetti e le maestre, sapevano che io ero la mamma che faceva nascere i bambini.

E sempre mi ha commosso e riempito di gioia, questa cosa.

Quando poi rientravo, se erano ancora svegli, volevano che raccontassi loro del neonato.

Prima mi abbracciavano e stropicciavano i miei capelli, perché dicevano” Sanno di Ospedale. Profumano di bimbo appena nato”.

Spesso anche mio marito, veniva nella loro cameretta, dove , come una ninna nanna, raccontavo con dolcezza, come Dio, aveva accompagnato tutti noi, in quel bellissimo, straordinario, miracolo, che è la nascita.

Come non essere grati di esistere?

Ci son persone che pagherebbero non so cosa, per continuare a respirare la vita.

Che lottano.

Che sorridono, seppur un tumore è recidivato. E dopo alcuni anni, devono essere rioperate.

Che non mollano perché a casa hanno figli piccoli.

A me, tutti i giorni, impartiscono lezioni importanti.

I loro vissuti, mi attraversano.

Non fanno male.

Perché loro non son inermi spettatori. Loro son guerrieri forti.

Loro amano questa esistenza.

Seppur complicata.

Perché, a differenza di molti, che son sani, che non sanno più apprezzare niente, non temono la sfida.

Vogliono vincere.

Hanno poche ma preziose frecce, poste nella faretra del loro debole cuore.

Ma hanno un grande alleato: la forza dell’amore, per questa strana, complicata, ma sempre sorprendente,  vita.

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46 pensieri riguardo “Ringraziare. Sempre.

  1. Sei la mia Dina bella, bella, bella dentro e fuori. Il Signore ti accompagna , ti dirige e…….sorride perchè sei figlia , madre , amica, moglie meravigliose, un angelo per i pazienti. Cosa vuoi di più?
    Non cambiare mai. ❤

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    1. Null’altro.
      Forse solo che le persone acquistino maggior sensibilità.
      Ecco. Sicuramente la società sarebbe più accogliente e le persone più sorridenti, perché capite.
      Gli anziani, sentirebbero meno il peso della solitudine. Le mamme, rimaste sole, sarebbero aiutate.
      Ed i bimbi, giocherebbero maggiormente coi genitori, sempre troppo indaffarati.
      E forse, Dio, tornerebbe ad assere ascoltato…
      Grazie delle tue parole.
      Sei sempre una gemma preziosa, incastonata fra il mio cuore.
      Fai brillare la mia anima.
      Ti voglio bene, Lucetta❤️

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  2. Fai benissimo a ringraziare Dio per tutto ciò che ti dona, e anche a usare il filo interdentale: è fondamentale non soltanto per evitare di avere un alito pestilenziale, ma anche per prevenire la caduta dei denti (che per chi non usa il filo interdentale è precocissima).
    Anche la conclusione del post è splendida, e mi conferma il fatto che sei una persona davvero integerrima. Sono sempre più orgoglioso di essere un tuo follower.

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  3. Mi hai ricordato un grande e valoroso combattente, che ora non c’è piú, che sarebbe dovuto andarsene in pochi mesi e invece era talmente attaccato alla vita, all’amore e al Signore che ci ha messo un anno per lasciarci. Ringrazio il buon Dio ogni volta che posso per il grande miracolo che ci ha concesso

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    1. Sì.
      Spesso il ricordo degli ultimi momenti, è in grado di lenire un poco, la mancanza.
      Ed il tempo concesso da Dio, è un dono. Perché rende il distacco meno traumatico . È importante avere tempo per prepararsi.
      Per entrambi i soggetti.
      Chi resta.
      Chi se ne va…

      "Mi piace"

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