La felicità altrui

Ho sempre pensato che chi lavora in Sala Operatoria, se dedito al suo lavoro, svolgendolo con passione, e prodigandosi per gli altri, fosse immune da gravi malattie.

Una sorta di super eroe, insomma.

Certo. Lo so che è impossibile.

Ma mi son sempre lasciata accarezzare da questa idea.

Noi tentiamo, con tutte le nostre forze, di salvare le persone.

Proviamo a ridurre le masse tumorali, tra nuovi tragitti anatomici, falsati da cellule che impazzite, spostano , circondano, avvinghiano gli organi.

Mascherano con fibrina e alterano i colori, l’aspetto e la struttura originale.

Ed allora ti reinventi. Cerchi di individuare, di capirci qualcosa.

Perché dove quel maledetto repere, doveva esserci, non è più lì…

Col sudore che sposta le lancette, da minuti a molte ore. Gli occhiali anti-spruzzo, che si appannano. I guanti, che talvolta, anche se doppi, non son sufficienti ad evitare punture accidentali.

Le telefonate del collega, dal lavoro, di notte o la domenica, perché c’è un politrauma e gestirlo in due, è praticamente impossibile. E molli tutto. E parti. Anche se la famiglia, talvolta, non capisce. Soprattutto se si hanno figli piccoli.

La scienza arriva fino ad un certo punto, poi, subentrano le conoscenze, l’esperienza, la tenacia di proseguire, la testardaggine a non mollare, la coscienza che bisbiglia di dare il massimo.

Ma poi, un giorno, il Dr. F, ci fa sapere che ha un carcinoma allo stomaco.

Ed io, sento che uno dei miei super eroi, sta appoggiando il mantello a terra.

E mi vien quasi da piangere.

Attento all’alimentazione. Sportivo.

Disponibile con tutti. Pazienti e colleghi.

Con il dono prezioso e sempre più raro, dell’umiltà.

Che sa mettere a proprio agio, sul ” campo di battaglia”. E di battaglie insieme, in tantissimi anni, ne abbiamo affrontate.

E tutte le volte, prima di uscire dalla Sala Operatoria, la frase ” Grazie a tutti!”, rallegrava i nostri cuori e ammortizzava la stanchezza.

Poi, l’intervento. Le chemio. Le radio.

E ieri, ritorna in Sala.

Per assistere il collega, per un intervento ortopedico, sul figlio.

Quando lo vedo entrare, lo abbraccio.

” Bentornato. È un piacere rivederla!”.

” Grazie, Dina”.

È dimagrito. Parecchio. Un po’ smortino.

Preparo i ferri. Poi, arriva anche lui.

Lo vesto. Nel mettergli i guanti, è emozionato.

Mi dice” Mi sudano le mani”, visibilmente imbarazzato perché le dita fan fatica ad aprirli ed entrare bene. Uno si rompe. Devo cambiarlo.

Rispondo” Abbiamo cambiato guanti. Questi sono scadenti. Son duri e facciamo tutti un po’ fatica”.

Mi sorride.

Iniziamo. Tutto bene.

Quando siamo alla sutura, gli dico” Sa. Son molto felice di tornare a lavorare con lei. Tanto!”.

Risponde, con gli occhi lucidi” Ma grazie! Grazie davvero”.

Terminiamo.

Ringrazia tutti e se ne va.

Sono felice!

Ecco.

Esser felici, della felicità altrui, è di una bellezza assoluta.

Io sento molto questa emozione. Mi lascio vestire dalla sua musicalità.

È una gioia tale, la condivisione, che fa lievitare l’anima.

Io non temo di rivelare i miei sentimenti.

Di questa vita, non voglio sprecare un solo istante.

Nemmeno uno.

52 pensieri riguardo “La felicità altrui

  1. E’ emozionante leggerti.
    Sai, da piccolo sono stato parecchio in ospedale.
    So quanto sia importante fidarsi dei medici e di tutto il personale.
    Quando si crea quell’ empatia di cui parli nel post, tutto diventa piu’ facile, sia per voi che per i pazienti.
    Ammiro il tuo lavoro e ammiro te perche’ sei piena di amore e leggerti mi fa stare bene…

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  2. Bella la condivisione …
    Non ci lascia mai soli , perché quando la nostra vita non è’ “abbastanza” per noi , si vive anche quella degli altri , nella gioia e nel dolore….
    Si soffre di più , forse , prendendoci carico dei dispiaceri altrui , ma sono altrettante le gioie , da spartire…..

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    1. Sì . Non fanno pesare nulla.
      Ed esultano per le vittorie altrui.
      Anzi, si commuovono come se la vittoria, fosse la propria…
      Mi hai commosso.
      L’ultima frase, mi ha colpita al centro del cuore.
      Si è incastonata lì.
      ❤️
      Ti abbraccio

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    1. Tu sei sempre delicata e dolce.
      Musica soave in questa “ casetta” dove per te, c’è sempre pronta una tazza di tè coi biscottini appena sfornati.
      E naturalmente, un carillon e pareti colorate di stelle, per tua figlia.
      ❤️❤️

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  3. Mio cognato, mai fumato, morigerato nel mangiare e nel bere, sportivo, lavoratore, (bicicletta e alpinismo), dedito agli altri (volontario Protezione Civile e Croce Rossa, Alpino) a sessantotto anni diagnosi di cancro al piloro, a sessantanove era morto.

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      1. Pensare che Churchill ha fumato e bevuto per tutta la vita e non ha mai praticato sport e Picasso da vecchio ancora fumava, beveva e faceva il matto.
        Non sarà che oggi non esiste più la selezione naturale che c’era cent’anni fa per la quale sopravvivevano solo i più forti?

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  4. E fai bene Dina a condividere, a far sentire agli altri la vicinanza, l’amore che ti riempie il cuore. Per il dottore sarà stato un balsamo che avrà alleviato in parte tutto quello che di doloroso ha passato. L’augurio che possiate lavorare ancora a lungo insieme sostenendovi .

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    1. Lo spero tanto, Lucetta.
      Chi ama il Signore, deve far sentire la propria vicinanza.
      Dare conforto. Sostenere.
      Essere testimone del Suo Amore.
      Buona domenica nel Signore, amica mia❤️

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  5. Il segreto della felicità autentica é tutta nella tua frase, essere felici della felicità altrui… uno scambio di gioia ed energia che si diffonde intorno come profumo. Buona giornata Dina, sorrisi ed abbracci 😘❤

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Grazie per il tuo prezioso tempo!