Incastri perfetti

Ci son giorni che fanno lievitare la mia anima come la torta che faceva mia nonna. Quella che quando entravo in casa sua, ne avvertivo lo speciale aroma, già mentre scendevo dall’auto.

Quella che ammortizzava il peso della giornata.

Che tornava a far sorridere le mie gambe stanche.

Che sussurrava di zucchero e d’amore.

Ed allora ecco che in quei giorni, non mi sembra nemmeno di lavorare.

Talvolta sono con colleghi squisiti. Interagiamo con un’occhiata. Senza nemmeno parlare.

Le ciotole sul carrello si riempiono di Betadine, in modo automatico. Se scarseggiano le garze, me ne vengono aperte altre, senza averle richieste.

Posizionano le luci perché seguono attentamente le fasi dell’intervento.

Allacciano i camici sterili, dietro, in pochi secondi.

Poi, un cesareo gemellare.

La mamma è una ragazza di venticinque anni. Carinissima. Molto dolce.

Si chiama Chiara. Guarda. Osserva . Gira la testa e saluta tutti. Il suo entusiasmo ci abbraccia.

Che bello godere di questa sensazione di felicità!

Decide per un’anestesia generale.

Ok.

I cesarei son spesso incognite. I gemellari, le triplicano.

Ho tutto pronto. Ho accanto Dony, sta imparando a strumentare.

Tutto in perfetto ordine.

A destra, in basso, il bisturi 23, le pinze chirurgiche e le anatomiche. Le forbici, le pinze tampone montate ed i divaricatori ( uno grande e uno piccolo). In alto, partendo sempre da destra, i koker, i klemmer curvi , i klemmer retti. Le pinze per la placenta. I portaghi. Venti garze piccole e sei grandi. Il sondino per aspirare il neonato.

Tutti gli strumenti sono pari. Ricontrolliamo le garze.

Disinfettiamo l’addome due volte.

Posizioniamo la teleria sterile.

Applichiamo l’aspiratore e l’elettrobisturi.

L’anestesista intuba Chiara e ci da lo start.

Si spegne la radio.

La culla è pronta dietro me. Metteremo i neonati uno accanto all’altro. La testa vicino ai piedini dell’altro. Così il distacco non sarà repentino . Si scalderanno a vicenda. Capita anche, e vi assicuro , è uno spettacolo , che si prendano per mano.

Oggi strumento con il primario ed una ginecologa S. , non troppo esperta, perché giovane.

S’incide. Si divaricano i piani anatomici, manualmente.

Posiziono la valva grande.

Si estrae il primo bimbo. Diamo le pinze e si clampa l’ombelico. Recidono.

Lo prendo bene fra le mani e lo metto nella culla. Quanto mi piace! Non è necessario aspirarlo, ha pianto immediatamente.

Ma le cose si complicano.

Il secondo fratellino decide di girarsi.

S. non riesce a capire come si è posizionato. Inizia ad uscire sangue.

Si agita.

Dony mi guarda ed inizia ad agitarsi pur lei.

Il primario prende la mano della ginecologa. Si ferma. Le dice ” Tranquilla. Staaaai caaalma. Asciuga le mani con la pezza. Riprova”.

Rientra con le mani.

È sudata fradicia.

Fa cenno di no con la testa.

Prende in mano la situazione il primario.

Lentamente.

Con tranquillità, le sue mani ruotano il corpicino del bimbo.

Vedo il sederino.

Lo prende delicatamente ma con fermezza e lo estrae.

Piange.

Tutto bene!

Ne ero certa. Non ho mai temuto il peggio. So con chi lavoro.

Teniamo sotto controllo la perdita ematica. Procediamo all’emostasi ed alla sutura.

Si riaccende la radio.

Dony mi sussurra all’orecchio che se l’è fatta quasi sotto.

È andata in palla. Chiedevano i ferri e lei non sapeva più quali passare.

Nemmeno si ricordava la loro ubicazione a memoria.

È essenziale sapere dove sono i ferri, per prenderli di fretta senza nemmeno guardarli. Per sapere quanti sono nelle varie fasi dell’intervento( evitando che restino in addome).

Le dico” Devi imparare a distaccarti completamente dall’emotività dei chirurghi. Non lasciarti travolgere dalla loro ansia. Respira a fondo. Fai gesti calmi. Noi dobbiamo trasmettere tranquillità. Ci vuole tempo. Ci vuole esperienza “.

Mi risponde “Temo di non essere in grado di gestire tutto ciò. Ma hai idea del casino e delle cose da imparare? Ma come fai?”.

Mi rendo conto che nemmeno me ne accorgo più. Se un incastro non funziona, lo prendo e lo colloco al suo posto, così…istintivamente.

Dio, mi ha fatto la Grazia di addentrarmi tra i vari interventi, con serenità e sicurezza.

Poi, quando si risveglia Chiara, la informiamo che è andato tutto bene. Son nati due maschietti.

Lei ci ringrazia con gioia.

Ed allora tutto s’incastra.

Come i fiocchi di neve, quando cadono e danzando, s’appoggiano vicini.

Oppure come le stelle quando s’intrecciano con le scie degli aerei.

Ed io, tra le pareti della mia anima, percepisco profumo di torta della mia nonna.

65 pensieri riguardo “Incastri perfetti

  1. Non riuscivo a trovare un posto dove scriverti che sono belli, i tuoi pensieri e vita. Mi è piaciuta una fotografia in cui in gruppo una dottoressa, penso, ha un bicchiere in mano. Ecco, dei molti articoli che ho letto, questa è la sintesi: brindare sempre alla vita. Un abbraccio.

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  2. Che bella l’immagine dei due fratellini che si tengono per mano. La natura è meravigliosa. L’ansia, la paura di non farcela, la paura di Fare, forse dipende anche da come è il vivere oggi. Ci vuole esperienza manuale ma anche psicologica. Non bisogna bruciare le tappe. Cosa che al giorno d’oggi … Tutto frenetico, veloce, tutto e subito, senza pensare, senza fermarsi, ragionare, collocare la situazione nella nostra vita (e in quella degli altri). E non è una perdita di tempo. Se si fanno bene le cose, dall’inizio, non ci sono dubbi, ansie,errori. Grazie per le tue parole-esperienze di vita. Buon pomeriggio.

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    1. Sì.
      Viviamo in una società che spesso, mette ansia.
      Paura di non piacere, di non riuscire in qualcosa, di non essere all’altezza, etc.
      Si perdono di vista i valori fondamentali del vivere.
      Ed il tempo, inevitabilmente, passa.
      Poi, non ci sarà più occasione di godersi le piccole cose, di osservare la natura, di passare minuti importanti con chi amiamo, di appoggiar il cellulare e semplicemente stare in silenzio.
      Grazie Elisabetta.
      Buona serata a te🌼

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  3. Il tuo modo di scrivere e’ sempre piu’ emozionante.
    Mi piace il modo che hai di mettere a fuoco le emozioni, il modo che hai di trasmetterle, non e’ per niente facile.
    Proprio pochi giorni fa stavo leggendo della sindrome da burnout e di una ricerca fatta da alcuni ricercatori in America e in Taiwan riguardo il distacco emozionale dei medici e di chi lavora in ospedale nelle situazioni difficili.
    Il vostro cervello non si immedesima nel paziente che avete di fronte. E’ una sorta di abilita’ protettiva (come un potere da supereroi!) che permette di farvi tenere i nervi saldi nel momento del bisogno.
    Io mentre ti leggevo avevo un po’ di tremarella…ma ero emozionato*
    L’amore che hai per il tuo lavoro arriva come un raggio invisibile, e abbraccia.
    E’ bellissimo.
    Mi sembra davvero di sentirti, di vederti.
    Non mi stanchero’ mai di dirtelo.
    Buona serata*

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    1. Ma che bello quello che mi dici!
      Riuscire a trasmettere l’amore che nutro per il mio lavoro mi fa volare su una nuvoletta…lassù…sempre più in alto..
      Che meraviglia!
      Ti abbraccio mentre resto ancora altrove.
      Grazie Matteo.
      Grazie!!!

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  4. grazie, grazie! anche oggi hai deliziato la mia giornata e la mia mente vola e immagina due piccoli che si prendono per mano appena nati, so che è marginale all’esperienza narrata, ma deve essere bellissimo vedere due piccole creature che già si amano e si confortano.

    grazie

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    1. Non è affatto marginale.
      Assolutamente!
      Sì, Patrizia, è come una magia.
      I gemelli, vivono a stretto contatto per quasi nove mesi ( si anticipano sempre i tempi, altrimenti ci potrebbero esser complicanze) e poi, quando escono dal loro nido, restano vicini.
      Secondo me, si sussurrano parole che solo loro sono in grado di sentire…
      Grazie!
      😘

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  5. Leggevo e vedevo. Questa è una delle tue infinite capacità, permette al lettore di entrare in sala operatoria con te, di starti vicino, di provare la tua ansia e la tua gioia.
    È Fortunato chi realmente ti sta accanto nella vita di tutti giorni.
    Io mi ritengo fortunata ad averti qui. Un abbraccio e viva la vita ❤️

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    1. Wow!!!
      Che felicità!
      Grazie di esserci.
      Tu, che hai svolto il mio stesso lavoro, seppur in un ruolo diverso, sai comprendere benissimo gli affanni, le gioie, le intemperie…
      Siamo fortunate entrambe.
      Tu, arricchisci il mio cammino.
      Sempre❤️.
      Grazie!!!

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    1. Che dire?
      Ogni mia parola di ringraziamento, sarebbe riduttiva.
      Rientro dal lavoro e trovo questo.
      Una magnifica sorpresa!
      Non aggiungo nulla.
      Ma un abbraccio colmo di gratitudine in cui, a parlare, sarà il mio cuore, colmo di emozione.
      Grazie
      ❤️

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      1. Grazie a te Dina. Anch’io non credo al caso. Le cose accadono per un motivo ben preciso, prendo in prestito le tue parole, certi incontri sono incastri perfetti, come un mosaico dove manca una tessera andata persa. Quando la si ritrova, quel vuoto viene colmato e l’opera d’arte acquista una visibilità migliore nell’insieme che, senza di essa, non avrebbe potuto completare il disegno iniziale. Tu sei quella preziosa tessera. Sono io a ringraziarti. ❤

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  6. Tutto si incastra: il passato, il presente, la gioia, l’ansia, la professionalità, l’umanità…
    Tutto si incastra, la tua gramdezza e la mano di Dio che ti guida.

    (e la vita che le madri dannoo ai figli)

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    1. Bellissimo pensiero.
      Sì.
      Incastro di tempi.
      Ieri.
      Oggi.
      Domani.
      Incastro di emozioni.
      Io so che Dio mi aiuta. Vede .
      Assiste tutti noi.
      In Sala abbiamo bisogno della Sua Presenza.
      Noi e coloro che si affidano alle nostre mani.
      Grazie Paola❤️
      Riesce a darci lucidità e a mantenere la passione.

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  7. Che responsabilità enorme. Gestire la tensione e lo stress non è da tutti, ecco perché penso che questo non sia un lavoro adatto a tutti ma solo a chi sa essere più forte senza perdere la calma anche nelle situazioni più critiche.

    Per fortuna anche questa volta è andata tutto bene 🙂

    Ti abbraccio stretta stretta ❤️

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      1. L’estate è sempre un po’ problematica per me però vado avanti dai 🙂

        Gioele ultimamente piange sempre e si fa fatica a capirne il motivo. A volte è il caldo, a volte sono le colichette, altre volte è perché non riesce a sporcare, insomma una situazione un po’ così ma alla fine si troverà il modo di gestire tutto quanto 🙂

        Oggi ho finito lo scheletro della mia app e finalmente funziona tutto bene. Devo solo abbellirla un po’ e poi posso passare alla fase di test.

        Di abbracci te ne do e te ne darò sempre tanti ❤️😘

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        1. Si aggiusterà. Ne son certa. Bisogna caricarsi di tantissima pazienza.
          Le conosco bene le coliche.
          Sono estenuanti per i neonati ma pure per i genitori che riposano poco.
          Sei un tipo in gamba.
          Ma questo, già lo sapevo!
          In bocca al lupo Adriano.
          Te lo meriti proprio.
          Ti auguro che arrivino vagonate di soddisfazioni. Tu sei umile e tenace.
          Verrai ripagato.
          Sì. Senza dubbio!!!

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          1. Grazie Dina cara, ma la mia ricompensa l’ho già avuta incontrandoti nel mio cammino insieme ad altre splendide persone, e questo non me lo toglierà mai nessuno 🙂

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Grazie per il tuo prezioso tempo!