Embrione o feto?

Stanotte alle h.1.30, Valentina entra in Sala Operatoria , per un raschiamento.

È giunta in Ospedale nel pomeriggio, per un semplice controllo ecografico, ma il battito del suo bambino, ha smesso di funzionare.

È alla settima settimana di gestazione.

Io e Luca, andiamo ad aprire la porta per trasportare la barella.

Valentina è magra. Piange.

Il mio collega prende subito un telo verde caldo, ne mettiamo sempre un paio per le chiamate notturne , sulla bollitrice.

Io le accarezzo il viso.

La posizioniamo sul letto operatorio.

Preparo  i ferri ed altro materiale.

La ginecologa, Ilaria, è il chirurgo che tutte vorremmo. Ha sempre parole di conforto. Mai una volta l’ho vista sgarbata.

Si procede a pulire la cavità uterina.

Quando La paziente si sveglia, ci ringrazia e tra un singhiozzo e l’altro dice di essere a pezzi.

Sento spesso persone fare distinzione fra embrione e feto.

E come ci tengono!

Bene.

Abbiano il coraggio, allora, di spiegare a Valentina che ha perso un embrione.

Sì, perché gli arti non erano formati. La struttura non era in pratica, ben definita.

Ma c’è un però…

Un minuscolo organo, urlava a gran voce il suono della vita.

Il cui eco rimbombava come melodia di archetto, sulle corde di un violino di  legno pregiato.

Ditele che non potrà cullarlo tra le braccia.

Ditele che non potrà piangere lacrime di felicità, al pensiero di essere in tre.

Ditele che passerà.

Ditele che quell’embrione non stingerà fra le sue minuscole dita, il suo cuore di mamma…

Anche lui , vi smentirebbe.

Ve lo assicuro.