Sconfitta…

Si. Non sempre è facile.

La mia settimana ha avuto un sapore amaro. Che lo stomaco, ancora oggi, fatìca a digerire.

L’acido della sconfitta, ha alterato di verde melma, i miei polmoni. Depositandosi sul fondo. 

A metà settimana, in Sala, arriva Barbara.

Trentotto anni.

Sette dei quali trascorsi a cercare di rimanere incinta.

Poi, finalmente, grazie all’inseminazione artificiale, è avvenuto il miracolo.

Ci racconta che l’euforia dell’esito positivo, ha irradiato di un effetto strano e luccicante, i giorni che hanno seguito la conferma della gravidanza.

Lei ed il marito, si sono guardati ed abbracciati. A lungo.

Con il test di gravidanza, appoggiato sul lavandino. Con le due lineette rosse, che emanavano una luce spettacolare. Sembrava di vedervi dentro, il battito del loro bambino.

Non hanno resistito ed hanno telefonato subito ai rispettivi genitori.

Tutti entusiasti di questo annuncio, quasi insperato, ormai.

Poi, l’ecografia, rivela due battiti.

Due gemelli.

Doppia gioia.

Ma dopo alcune settimane, Barbara avverte strane contrazioni.

Arriva in Pronto Soccorso.

Viene subito ricoverata. A poco valgono i farmaci.

Le contrazioni, non mollano la presa.

I gemelli sono in due sacchi amniotici differenti.

Viene portata in Sala.

Non parla. Ha gli occhi lucidi. I denti avvolgono le labbra, con nervosismo, fino a quasi farle sanguinare.

La mia collega le parla dolcemente.

Il ginecologo mi guarda. Mi fa cenno di no, con la testa.

La mettiamo sul letto operatorio.

Per un bimbo, non c’è più nulla da fare…

Scende giù, tra le mani accoglienti del medico.

Lo guardo. Ha tutto.

Ben sviluppato, anche se in formato ridotto.

Sono triste.

Barbara chiede se per l’altro cucciolo, c’è ancora speranza.

“Sì”, risponde il medico.

“Proseguiremo con la terapia per aiutare l’utero a rientrare nella norma. Speriamo di bloccare le contrazioni. Ora sono finite. È un buon segnale”.

La paziente ci ringrazia.

E di cosa? Penso io.

Il giorno successivo, ci avvisano che Barbara dev’essere riportata in Sala.

L’ utero ha iniziato a contrarsi. Molto meno della volta precedente.

Si rende necessario un cerchiaggio.

Spengo la radio.

Mi risulta fastidiosa.

Barbara è demoralizzata. Ma fiduciosa.

“ Non può. Non deve andare male! ”. Dice ad alta voce.

Si accarezza la pancia.

Con movimenti rotatori. Sussurra al bimbo qualcosa che noi non sentiamo.

Solo loro due, sanno. Solo loro due, comprendono.

Nessuno vuole “ invadere” il confine del loro amore. Siamo testimoni di un legame, che va oltre la ragione.

Guardo il crocifisso.

Lui sente i miei pensieri. “ Devi aiutarli, ti prego. Tutto questo amore non dev’essere sprecato”.

Barbara, viene tenuta in maschera. Anestesia con sedazione leggera.

Mettiamo una benderella sottile, intorno al collo dell’utero. Serve a chiuderlo. Poi, verrà rimossa intorno alla 38a settimana.

L’intervento va bene.

Quei pochi che, grazie al Cielo, si sono resi necessari, hanno sempre funzionato. Aiutando la donna , a portare a termine con successo, la gravidanza.

Barbara si sveglia.

La informiamo che è andato tutto bene. È contenta. Sorride.

Non smette di ringraziarci.

Quando esce, la mia collega A. , ha le lacrime agli occhi.

Io so il perché. Ha provato per anni a cercare di rimanere incinta, nulla da fare. Diversi aborti spontanei. Perfino l’inseminazione è andata male. Ormai ha più di quarantaquattro anni. Ha rinunciato. Ma ogni volta so che soffre.

Mi guarda. L’abbraccio. In silenzio. Tra le braccia provo a far scorrere tutta la mia energia ed il mio affetto.

So, che lo può percepire. I miei abbracci sono pezzi di me. Li dono sempre con grande trasporto.

Ma poi, giovedì, ci avvertono che Barbara  non va bene.

L’utero ha iniziato nuovamente a contrarsi.

In modo continuo. Procurando dolore. Non c’è più nulla da fare.

Il cerchiaggio non riesce a contenere la forza dilatatoria. Come un fiume in piena, che vuol rompere la diga.

Con una impetuosità devastante.

Che non vuol lasciare alcun essere vivente.

Che non conosce pietà.

Che non ha compassione alcuna.

Ne per Barbara, ne per il suo tanto desiderato bambino.

Si rende necessario togliere il cerchiaggio e lasciare che tutto se ne vada…

Finisce un sogno. Di tornare a casa a riempire almeno una culla.

Siamo sconfitti. Siamo desolati.

Nessuna parola potrà mai, e dico Mai, descrivere come mi sento.

Sono sfiancata. Sono arrabbiata con Dio.

Mi passerà. Lo so.

Ora però devo aver tempo.

Per lasciar andare il rancore. Per uscire stasera, a veder se in Cielo, ci sono ancora le stelle.

 

97 pensieri riguardo “Sconfitta…

  1. Leggevo i vari commenti, penso che la “colpa” di quello che ci succede non è di nessuno nè di Dio nè dell’uomo perchè l’essere umano oltre a vivere non ha fatto niente per meritarsi qualche castigo come spesso ci vogliono far credere. Purtroppo questa è la Vita e davanti a questi fatti il cuore si riempie solo di una grande tristezza. Penso che i bambini che erano stati concepiti forse avevano solo bisogno di vivere ed essere amati per quei pochi mesi, non sappiamo e conosciamo tutto, ci sono cose tanto più grandi di noi. Grazie per l’Amore che metti nel tuo lavoro.

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    1. No, so che non è colpa di Dio.
      Però un po’ di rabbia, penso sia legittima. Lui lo sa che lo amo, però talvolta mi fa incavolare.
      Se Lui, ha così deciso, un perché ci sarà sicuramente.
      Grazie davvero, carissima❤️

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  2. Ho pianto leggendo questo tuo racconto. Scettica, ho sperato fino alla fine che ” qualcuno” avesse ascoltato le tue preghiere.
    A volte, accadono delle cose talmente ingiuste ed incomprensibili, che non possono far altro che portarci a chiedere ” Ma esiste davvero qualcuno lassù?”.
    Tu sei una donna meravigliosa. E nel tuo lavoro ne avrai viste tante di storie senza il lieto fine. Eppure ancora riesci a dire ” sono arrabbiata con Dio, ma so che passerà”.
    Ci vuole coraggio.
    Il coraggio di credere ” nonostante, ancora, e di nuovo”.
    Lo stesso coraggio che auguro a Barbara.
    Ti abbraccio forte Dina ❤

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    1. Eri finita in Spam. Ti ho recuperato 😉.
      Ma sai, è un dono la fede, che però va sempre alimentato. Come tutti i rapporti preziosi.
      Perdere l’equilibrio per i vari strattoni , è facile. Ma bisogna desistere. Sempre!
      Le tue parole sono sempre dolci e mi fanno tanto, tanto bene.
      Più di quello che tu possa mai immaginare😘

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  3. 😔 io sono a volte molto cinica … ringrazio l’uomo che sa muoversi nel corso della natura e la sovrasta. Ma a volte contro natura non si dovrebbe andare. Ci sono tanti bimbi soli… che aspettano un sorriso … 🦋

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  4. Doloroso Dina, molto. per diversi motivi…perchè voi la vita la salvate, perchè una madre lotta per tenersi un figlio, perchè è davvero un amore che non dovrebbe essere spezzato…ma non avercela con Dio, spesso di ha a scoltato…ricordi? Tu lo racconti spesso…Quel crocifisso è un Figlio sacrificato a noi. Tutto ha un suo perchè e non ce lo dobbiamo chiedere, ma credere…E’ giusto arrabiarsi, piangere, ma tutto finisce in un cerchio, quello della vita. Io è da questa notteche non dormo, ora ho acceso il pc per distrarmi, l’unico figlio di una mia carissima amica, siamo legatissime, entrambe abbiamo sofferto per avere figli, è in ospedale, ha a vuto un incidente terribile, quattro ragazz estratti dalle lamiere dai pompieri….e siamo qui ad attendere chissà!
    Prego per lui e sua madre, lui per cui ho pregato il primo giorno che ho saputo che saarebbe cresciuto in quell’amore di madre, e che sembrava non dovesse nascere…ecco, provo e a Dio lo affido. Energie che volano e chissà se non tornano in altro modo? Ci voglio credere.

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    1. Si, è vero.
      Tutto ha una ragione.
      Prego con te. In questo momento terribile.
      Perché, dice il Signore, dove due o più persone sono riunite nel mio amore, io sono in mezzo a loro…🙏🏻
      Ti abbraccio fortissimo

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      1. Ecco, mezz’ora fa ho avuto notizie: leggera commozione celebrale e quarta vertebra lombare fratturata più contusioni diffuse…e credo che sia un miracolo, se vedi l’automobile impallidisci…mi sono sentita svenire quando l’ho vista. Grazie Dina.

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  5. Ho perso il primo figlio a causa delle continue contrazioni uterine, che io, però, non sentivo. A sei settimane della seconda gravidanza ho rischiato di perdere anche quello. Mi hanno insegnato a sentire le contrazioni con le mani sulla pancia, che diventava dura come pietra. Sette mesi a letto con medicinali e, alla fine, un taglio cesareo, perché non sentivo nemmeno le contrazioni da parto, per fortuna mia figlia nacque sana. Ora ha 32 anni.

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    1. Grazie della tua testimonianza.
      Sono tanto felice che tu sia riuscita ad avere tra le braccia, tua figlia.
      Ti auguro buon proseguo di giornata, ringraziandoti di esser passata.
      🌸

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  6. Ecco questi sono un dei tanti momenti in cui NON CAPIAMO l’agire di Dio. Bisogna solo fare atti di abbandono e tenere presente che LUI, anche in questi eventi così dolorosi, non agisce per il male nostro ma per il bene. Lui SA cosa è bene per Barbara e cosa lo era per i piccoli . Forse ti sembrerò troppo sbrigativa ma se non pensiamo così……allora la nostra fede è vana, si rischia di mettere in discussione tutto. Fede cieca ci vuole. Fino a pochi giorni fa le tue parole erano musica, danza, vita immersa nella gioia e nelle soddisfazioni lavorative ed ecco giungere il dolore, la tristezza, la sconfitta. Facciamo insieme un’offerta di tutto, preghiamo per Barbara che sappia accettare e non perdere la fiducia. Ti abbraccio Dina forte, forte. ❤

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    1. No, non sei affatto sbrigativa.
      Anzi, le tue riflessioni sono sempre sagge e ponderate.
      La fede persiste e resiste.
      Solo una sana e legittima arrabbiatura. Che già da oggi, sta scemando…
      Si, facciamo un’offerta di tutto.
      Per Barbara.
      Grazie mia carissima Lucetta.
      Ricambio l’abbraccio. E lo lascio penetrare…
      ♥️

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  7. Purtroppo perché le cose accadono noi non lo sappiamo…tutto fa parte di un disegno che la VITA poi ci svelerà…mi dispiace tantissimo per Barbara e per voi…è bruttissimo il non poter fare niente dinanzi alla tragedia…
    Non è Dio causa della sofferenza…ma l’uomo stesso! Anche Lui non avrebbe mai voluto perdere suo figlio…è stato l’uomo…ma tutto faceva parte di un disegno più grande…
    Questo è il mio pensiero e ci tenevo a dirtelo perché non bisogna mai perdere la FEDE, nonostante le dure prove della vita…
    Con amore anch’io ti avvolgo con un abbraccio…

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    1. No, non perdo la fede.
      Ero solo arrabbiata con Lui.
      Sono umana. Sono debole. Ho le mie fragilità.
      La mia fede, costruita pian piano e sempre comunque in fase di lavorazione, si basa sulla roccia.
      Non sulla sabbia.
      Non cederà. Forse barcollerà un poco, in preda alle tempeste.
      Ma è ben ancorata.
      Grazie per il tuo commento.
      Buona domenica, cara🌺♥️

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  8. In sala paro si vede la potenza della vita e dalla non vita. Emozioni forti. Dal sapore amaro. Grazie per quello che condividi con noi. Le stelle da qualche parte lassù hanno brillato assieme agli angeli.

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      1. Mi è venuta l’ispirazione da una canzone di Ligabue scritta per la perdita di suo figlio in sala parto “vivere è un atto di fede”…mica un complimento. Un abbraccio a te e grazie.

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  9. Il “mi piace” ovviamente è una strana carezza per te. Che hai scelto di mettere in gioco te stessa senza sapere quali emozioni arriveranno. Un abbraccio a te. E un pensiero al “tutto” che ci hai raccontato. (Davvero un tutto. Vita, morte. Devastante.)

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    1. Prendo il significato del ” mi piace”, con tanto piacere.
      Raccontare anche le cose che non vanno a buon fine, non è facile.
      In effetti ci ho pensato e ripensato…
      Ma è un aspetto del mio lavoro, di una parte impossibile della mia vita.
      Poi mi rialzo.
      Con qualche ossa ammaccata. Ma ci riesco.
      E proseguo con le mie contusioni, il cammino.
      Ricambio l’abbraccio.
      Buona domenica, caro Fabio🌺

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Grazie per il tuo prezioso tempo!