La felicità riempie i colori

Stamattina, sulla Sala della Chirurgia, arriva Agnese.

Sessant’anni. Occhi marroni. Normopeso. Sguardo allegro. Accento milanese( che mi fa sentire a casa). Dalla cuffietta, intravedo i capelli corti, castani.

Dev’essere operata per un tumore intestinale.

Mentre raccolgo i dati per compilare la scheda infermieristica e tutta la modulistica, mi riferisce che è consapevole di quello che ha. Ma è decisa ad affrontare a testa alta, ciò che la aspetterà. Senza tristezza o vittimismo.

Mi dice che tanto non servirebbero a nulla. Lei vuole vincere. Lei vuole lottare.

Mi racconta che suo figlio si sposerà a settembre. “Si chiama Paolo. Lo abbiamo adottato, quando aveva dodici  anni. Suo papà è morto di infarto, quando lui era piccino e la mamma, mia sorella,  è morta invece per un tumore al seno. Sai, Dina, sono molto orgogliosa di lui. Io e mi marito non abbiamo potuto avere figli e Dio, ci ha regalato una gioia così immensa, che ha superato, col tempo, perfino la perdita di mia sorella.

Lo devo accompagnare all’altare. Non sto più nella pelle. Abbiamo scelto insieme il mio vestito. Lui ci tiene tanto. Abbiamo un rapporto stupendo. Sono tanto contenta che si sposi. La sua fidanzata è speciale. Oddio, non quanto lui, ma si sa, lui è il mio grande amore!”.

Spero, in cuor mio, che il carcinoma, non sia infiltrato. Che Dio, possa concedere loro, quel momento, che tanto desiderano e sognano…

Il primario è bravissimo. È di poche parole. Un po’ burbero. Ma ha due mani che sono nate con i guanti chirurgici incollati alla pelle. A me piace molto lavorare con lui. È calmo. Anche nelle situazioni più complicate, quali traumi di incidenti automobilistici, con addome acuto ( emorragia in atto), riesce a gestire perfettamente tutto l’ambiente con la sua sicurezza.

È importante nel nostro lavoro. È basilare. Non tutti riescono a creare un clima sereno. C’è chi si lascia sopraffare dallo stress, chi inizia ad alzare il tono della voce, ad urlare, a rimproverare. E crea una ragnatela invisibile , in cui tutta l’equipe, rischia di lasciarsi imprigionare, senza via di scampo.

È deleterio, per noi, ma soprattutto per coloro che si trovano sul letto operatorio. Persone inermi che sono letteralmente nelle nostre mani. Da noi, dipende il proseguo della qualità, della loro vita.

Mettiamo Agnese sul letto operatorio e dopo aver connesso i vari cavi per il monitoraggio, la anestetizziamo.

Conteggio garze e ferri chirurgici. Aspiratore ed elettrobisturi posizionati. Si inizia. La radio in sottofondo, segue questo giovedì.

Incidiamo. Posizioniamo il divaricatore addominale, per veder bene.

Il fegato è indenne da lesioni. Milza ed organi vicini sono in buone condizioni. Preleviamo dei campioni di tessuto, per l’esame istologico.

Arriviamo all’intestino.

Delicatamente, viene preso tra le mani, e portato fuori dalla cavità addominale. Viene passato, lentamente, centimetro per centimetro. Pian piano, lo copro con le pezze calde. Deve essere mantenuto umido  perché la “pellicola” che lo riveste, è sottilissima, e potrebbe seccarsi e rompersi. Inoltre l’aria fredda della Sala, non va bene  ( è necessario un ricambio costante, per non permettere la proliferazione dei batteri) perché abbasserebbe la temperatura del corpo stesso, della paziente.

Il chirurgo passa tra le dita,  le anse intestinali per percepire, non solo visibilmente ma  anche tattilmente, una anomalia, un gonfiore o altro.

Arriviamo alla massa. È piccola. Non ha un brutto colore. Ha fagocitato un po’ di intestino. Passo le forbici, quelle delicate, col manico dorato e le punte smusse. Insieme dò anche le pinze vascolari, senza dentini, quelle piatte e leggermente rigate.

Il primario, sbriglia le anse dalla neoformazione.

Silenzio.

Concentrazione.

Osservare i suoi movimenti, è una meraviglia.

Facciamo una resezione, e nel frattempo procediamo con l’esame istologico in estemporanea.

Lo inviamo subito in laboratorio. Arriva l’esito. Va bene. Non è invasivo.

Sorrido sotto la maschera. Agnese guarirà. Potrà accompagnare Paolo all’altare.

Sono proprio contenta.

Quando stimbro e salgo in auto, non  accendo nemmeno la radio. Ho voglia di gustare con gli occhi, il tragitto verso casa.

La mia felicità trasforma tutto ciò che vedo, in musica.

Le note che danzano con il mio battito cardiaco, pennellano di nuove tonalità, tutto il paesaggio circostante.

Il verde dei campi sembra più brillante. I fiori , sembrano emanare un profumo diverso. Le nuvole sono azzurre mare,  imbevute di onde di panna. Un airone si alza in volo, e le sue ali, coprono per un istante i raggi del sole. Da rossi, diventano spruzzi grigi con sfumature marroni.

Incrocio anche un leprotto, rallento. Ci guardiamo un istante. Non ha nemmeno paura. Devo pigiare il clacson, per farlo spostare.

Non fa nemmeno così caldo. La brezza fa parlare le fogli sui rami.

Passo davanti al cimitero. Dico ” Ciao, nonni. Vi voglio bene. Mi mancate!”.

Mi faccio il segno della croce.

Ringrazio Dio.

122 pensieri riguardo “La felicità riempie i colori

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  3. incantata.
    incantata da queste parole cariche di emozione.
    mi sono immedesimata in te e nel tuo sorriso sotto la maschera, mi hai fatto sorridere il cuore.
    Anch’io avrei voluto che mia mamma fosse presente al mio matrimonio…ma un tumore me l’ha strappata via il giorno del mio onomastico.
    Ora, ad un anno di distanza, il 18 novembre uscirà il mio primo libro “La mia vita senza te “.
    Spero tu possa leggerlo e mi auguro che anch’io riesca ad entrarti nel cuore come tu sei entrata nel mio.
    Un abbraccio
    Nadia

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    1. Ma grazie!!
      Sono passata da te, nel frattempo.
      Mi piace sapere con chi ho a che fare.
      Complimenti a te. Per il lavoro che svolgi. Ne so qualcosa.
      Ti ho lasciato un commento ma temo sia finito in Spam.
      Se riesci ad andare alla voce Commenti, forse riesci a tirarmi fuori.

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  7. Ho perso mio padre per questa forma tumorale, all’epoca lo stadio in cui era arrivato non permetteva nulla…e leggere questo tuo post mi ha scaldato il cuore e sono felicissima per Agnese, il suo desiderio si avvererà. Lo meritano entrambi.
    Grazie ancora Dina per l’amore e il rispetto con cui ti dedichi a questo lavoro. Dio ti ha dato cuore, mani e sentimenti immensi.

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    1. Mi spiace tanto. Ho visto morire un mio amico, per il medesimo carcinoma. Tra l’altro ho strumentato io. Nella stupida speranza che avrei fatto il possibile. Ma è servito a nulla.
      Ancora oggi, il ricordo, pesa come una zavorra…
      Ti ringrazio tantissimo per le tue parole. Che nutrono il mio cuore e lo dissetano.
      Me ne ricorderò. Sempre.
      Ti abbraccio forte😘

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  8. l’articolo mi ha rimandato a mia madre che ho perso in modo violento e assurdo, causa cancro, in un contesto ove avevo ogni vento contro ne alcuna assistenza e appoggio, neppure medico, oltre che parentale e amicale. insomma persi tutto compreso prosciugare le mie già povere risorse economiche. fu una orribile rivoltante esperienza. grazie per la tua splendida testimonianza 🙂

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    1. Mi spiace tantissimo…sono esperienze devastanti.
      Si avrebbe così bisogno di una spalla cui appoggiarsi e lasciare liberi i propri pensieri , le lacrime e la stanchezza.
      Peccato che raramente si trovano persone disposte a starci accanto.
      Grazie a te, cara.
      Ti abbraccio forte…💋

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  9. Ci vuole predisposizione, direi vocazione per fare un lavoro come il tuo o quello del chirurgo che lavora con te e la calma che te descrivi è fondamentale oltre le mani che devono operare che si muovono da sole perchè sanno dove dirigersi. Un abbraccio grandissimo Dina.

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    1. Io amo la vita. Vedo persone soffrire, che farebbero di tutto per avere ancora qualche chance…
      Perché non godere del presente, senza farsi assillare dal futuro?
      Ho imparato, solo col tempo, a godermi ogni singolo giorno.

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      1. Anche pur non condividendo l’ultima frase che hai scritto (e ne conosci il motivo) trovo i tuoi scritti capaci di risollevare le sorti di una giornata difficile.
        Fanno tornare un po’ di fiducia nel genere umano (anche se ci sono milioni di episodi che quotidianamente ottengono l’effetto contrario).
        Mettono in evidenza l’esistenza di belle persone …

        ciao … 🙂

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        1. Grazie Claudio.
          Mi fa piacere. Lo so, è sempre più difficile credere nelle persone.
          Anch’io ne conosco parecchie. Che hanno tradito la mia fiducia. Che pensano di essere onnipotenti. Che commettono atti, per i quali trovare il termine adatto, mi risulta estremamente difficile.
          Ma ce ne sono tante, che mi fanno ben sperare.
          Ti saluto e ti auguro buona serata.
          Ciao😉

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    1. Ecco, questo mi fa tanto piacere.
      Penso che ognuno( anche io, sai?), abbia vissuto esperienze negative, in ambito ospedaliero.
      Ma , credimi, io scrivo della mia esperienza lavorativa, anche per far comprendere che tanti operatori, in silenzio, agiscono con passione, professionalità, grande rispetto ed umanità.
      Grazie.
      Buona giornata, Amelia🌺

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  10. Questo post mi ha fatto ripensare a quanto importante sia la prevenzione e a non sottovalutare la prevenzione, recentemente è mancata la mamma del mio ex moroso (il primo, quello a cui tengo ancora, ma in modo fraterno) proprio per la stessa patologia, mi fa arrabbiare che il medico di base abbia sottovalutato i sintomi, magari non si sarebbe salvata comunque ma già alla prima visita si è capito che la situazione era tragica… e io ammetto con rammarico di non essere stata in grado di stare vicino al mio ex, di dargli l’appoggio di cui aveva bisogno, mi terrorizza il lato psicologo di certe malattie, di quello che portano con se… e lui è così dannatamente chiuso, ogni volta diventa uno sforzo farlo parlare… scusa per lo sfogo

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    1. Ormai rammaricarsi per il passato non serve…
      Ora sei maggiormente consapevole, che in tali situazioni, il sostegno è molto importante.
      Basta una parola, un abbraccio, un dire” Io ci sono”.
      Gli errori servono a crescere , sempre.
      Grazie del tuo commento.♥️

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      1. Diciamo che è una cosa successa recentemente, noi siamo ex da parecchi anni,io ho avuto altre storie dopo di lui, e attualmente sto assieme a una persona (molto intelligente) che mi ha permesso di contattarlo e addirittura vederlo, però in tutta onestà ho paura di tirare là corda e allo stesso tempo di farmi mal intendere dal mio ex… insomma per me lui è un caro amico , ma ho qualche dubbio che lui in fondo spero ancora in qualcosa di più

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Grazie per il tuo prezioso tempo!