Credo

Credo nelle favole. Sono cresciuta con loro.

Con l’amore di una mamma, che non avendo terminato le elementari, aveva qualche difficoltà a leggere bene. Ma lei, ci metteva impegno. La sera, tutti i giorni, mi accompagnava a letto. Si sedeva. Appoggiava una mano sulle mie e con l’altra , teneva il dito sulla riga da leggere.

Lei che sorrideva spesso. Che mi guardava come se io fossi una principessa, pronta a cavalcare col principe azzurro, verso il castello, dopo aver calzato perfettamente la scarpetta di cristallo.

Col vestito elegante e prezioso. Il più bello mai visto.

Perché lei, di vestiti eleganti, quand’era piccola, non ne ha mai indossato…

Lei, quando aveva dieci anni, portava nel cestino della bicicletta il pane da distribuire alle cascine del paese. Doveva percorrere  col freddo, parecchia strada. Lei, che doveva fermarsi a soffiare sulle mani gelide. Che tornava al negozio di panetteria, con le ginocchia rosse rosse, per il freddo.

Lei, sempre considerata la meno capace… fragile, spesso malata.

Lei, che tanto avrebbe desiderato un bacio, riceveva l’indifferenza.

Cresciuta sentendosi sempre dire che era bruttina.

Lei, mi ha fatto sempre sentire la più amata del Regno. Mi tesseva una corona di emozioni e mi adornava il cuore di un amore sconfinato. Mi comprava scarpine bianche, quella della festa. Che io tenevo con cura, consapevole del sacrificio che si celava dietro il loro candido colore.

Che mi pettinava i capelli castani, li spazzolava canticchiando canzoni che facevano danzare la mia anima.

Che m’insegnava a credere in Dio. Un Padre meraviglioso. Che ama tutti i nostri difetti. Che ci vuole felici.

Lei, che mi portava ai giardini e in Piazza Duomo a Milano. Lei, mi ha fatto camminare tra le gente frettolosa, con calma. Mi ha insegnato ad essere educata e rispettosa. A credere nelle mie potenzialità. A saper ascoltare.

Lei, che mi portava quasi tutti i giorni, col bus, in piscina, dove gareggiavo come un pesciolino. Lei che mi applaudiva e gridava il mio nome, quando salivo sul podio e tutti si giravano a guardarla.

Lei, che mi è stata vicino, quando ho dovuto abbandonare i miei amici, perché papà ha voluto tornare ad abitare in campagna, nonostante io soffrissi tanto.

Anche da studente, quando volevo abbandonare la scuola per infermieri, perché la mia timidezza, cozzava con la serietà ferrea della direttrice. Una suora cattiva e austera. Pronta a spingermi fuori dal mio sogno, perché perdevo tempo, dopo l’orario, ad imboccare i pazienti anziani, in Medicina, che non avevano parenti. Lei, la mia mamma, mi spronava a continuare. Perché, mi diceva, hai tanto amore dentro, da donare.

Ed asciugava le mie lacrime. Rigate dai rimproveri gratuiti. Perché la spontaneità ed il sorriso, non erano ben visti.

Lei, teneva duro, insieme a me. E siamo cresciute insieme. Mano nella mano.

Io, poi, le ho fatto capire quanto fosse bella. Come la regina delle favole che lei tanto amava. Quanto fosse speciale. Le ho insegnato a guardarsi allo specchio. A vedere quei capelli grigi, intrisi di saggezza. A notare quegli occhi verde profondo, come il suo cuore.

Un cuore che non conosce fondo. Sempre aperto e disponibile.

Io e lei, vediamo le ferite che lo attraversano. Le abbiamo osservate spesso.

Una volta erano sanguinanti. Un continuo stillicidio. Ora, sono solo cicatrici. Perché il passato non si può cancellare. Ma si può osservare come un maestro. Che insegna ad essere forti. A credere nelle proprie capacità. A sperare in cose migliori.

Credo che Dio, quando mamma doveva morire per un grave linfoma, abbia deciso che doveva lasciarci tempo per imparare ad insegnarci quanto la vita, anche se tosta, può esser degna di esser vissuta. Perché io non ce l’avrei mai fatta ad essere ciò che sono.

A fare un lavoro che adoro alla follia. Ad amare la mia famiglia come un dono fantastico. A credere nella bontà. A non preoccuparmi di indossare la mia sensibilità.

Credo che ogni giorno, sia come una nuova porta da aprire. Talvolta è un portone con doppia mandata. A volte è con vetri molto fragili. Spesso è una porticina socchiusa. Ma capita che sia anche di legno finemente lavorato, con cristalli colorati e maniglie eleganti.

Ho le chiavi in tasca. La tasca del mio cuore…

79 pensieri riguardo “Credo

  1. Hai avuto per mamma UNA GRANDE DONNA, bella sotto tutti i punti di vista e non sapeva di esserlo( il massimo dell’umiltà vera). Il suo capolavoro sei stata TU. Un abbraccio. Sono fuori casa e faccio fatica a collegarmi ma quando ci riesco scappo a leggerti.

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  2. le favole prendono spunto dalla realta’, come nel tuo caso. Amavo le favole, le leggevo e rileggevo e mi commuovevo sempre, come adesso che a 64 anni credevo che non ne avrei lette mai piu’.

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  3. QUEI RICORDI…MATERNI

    di Fausto Corsetti

    Sembrerebbe quasi una esagerata semplificazione affermare che il momento presente e ancor più quello futuro è segnato dalla memoria di quanto già si è vissuto e sperimentato.
    Eppure i nostri occhi sono intrisi di luci, colori, immagini, volti, gesti, suoni già raccolti e gelosamente, indelebilmente, custoditi uno dentro all’altro, nell’intimo di noi stessi.
    E’ sufficiente un cenno perché torni presente un’emozione vissuta. Un colore o un riflesso di luce hanno la forza di evocare volti o confidenze passate, che tornano a vivere come fossero appena accadute. Un suono, un semplice accordo musicale, può far tornare a vibrare dentro una melodia dimenticata. Un profumo può schiudere farfalle di immagini e coriandoli di colori. Una parola può far rivivere il calore di una voce amica e ridonare sicurezza e serenità a un cuore inquieto.
    Non sempre se ne è coscienti. Eppure, talvolta, in particolari circostanze, pur trovandoci in luoghi non familiari ci si sente come a casa, sereni, sicuri, custoditi.
    Qualcuno ha scritto che la nostra felicità è racchiusa e custodita dalla memoria e soltanto là vive… Per questo, la memoria non può avere che origini straordinarie, divine. Così come la felicità. E, sia l’una che l’altra, maturano segretamente e lentamente, proprio nel quotidiano scorrere del tempo.
    L’intera esistenza umana è come una vorticosa raccolta di sentimenti, emozioni e memorie. Indelebilmente vanno a depositarsi dentro, nell’intimo, e preparano il nuovo che verrà, nella ricerca di un senso che dia unità al lento succedersi dei giorni.
    La ricerca faticosa di unità, di significato, di luce, di futuro che muove i passi di ciascuno di noi, si compie lentamente, allo stesso modo in cui si realizza un cammino: un passo dopo l’altro. Oppure un dipinto: un segno di colore dopo l’altro.
    All’interno, nel nostro intimo vanno accumulandosi segni, suoni, volti, ricordi che diventano premessa del nuovo, dell’inedito, del futuro che, familiare, attende e si fa incontro.
    Quanti giorni dovrà vivere un bambino prima di diventare uomo? Quanto tempo dovrà passare prima che un uomo torni ad essere bambino, capace di stupore e riconoscenza?
    Dove abita il senso e l’unità di quell’interiore vorticoso turbinio di ricordi, di sentimenti, di domande, di dolori, di passioni che travolge il cuore di ogni uomo?
    Tante domande sembrano esprimere l’insistente domanda di senso che avvolge ciascuno di noi alla ricerca di una traccia indelebile che dia significato all’essere e al divenire.
    Tra la popolazione curda vi è la consuetudine di salutarsi con un’espressione davvero singolare: “Ti porto nei miei occhi”. Non abita fuori ciò che conta. Non rimane estraneo colui che si ama.
    Attenzione, rispetto, delicatezza, tenerezza, presenza. E’ lo stile di vita di quanti hanno compreso, di quanti hanno scoperto che non vi è nulla di poco importante, ma tutto è segno, anticipo, promessa: il frammento vale quanto l’intero, il dettaglio anticipa il tutto, l’avvenire è compimento dei ricordi.

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    1. Ti accolgo sempre con tanta gioia.
      Il tuo passaggio, entra nella mia casetta e lascia il profumo tra le pareti del mio cuore.
      Leggo e rileggo. Dapprima, fagocitando ogni parola. Poi, con calma. Riflettendo e soffermandomi.
      Perché ogni virgola ed ogni punto, emanano stille di luce.
      Grazie davvero.
      Ti abbraccio e ti auguro un buon sabato.
      Ciao, caro Fausto.💐

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      1. Sono veramente commosso dalla tua sensibilità. Ti ringrazio dal profondo del cuore. A fronte di un racconto di vita così straordinario, non potevo avere che un pensiero straordinario per te e per la tua mamma. Io l’ho persa da pochi giorni e tu puoi comprendere a fondo cosa provo dentro di me.
        Con un caro affettuoso abbraccio.
        Fausto

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    1. No, la mia vita non è magica🤗.
      Ci sono dirupi. Salite. Cascate. Torrenti impetuosi.
      Ma lei, mi ha insegnato a saltare. Ad arrampicarmi con coraggio. A sudare per ottenere risultati soddisfacenti. A remare controcorrente.
      A vedere sempre il bianco, in mezzo al grigio.
      Ecco, forse questa è la vera favola. Non smettere di credere, anche quando tutto sembra tutto così difficile…
      Grazie delle tue parole.
      Ti abbraccio con affetto❤️❤️

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  4. E’ favoloso questo legame, una cosa meravigliosa che ha insegnato tanto, soprattutto l’Amore incondizionato. Mentre leggevo mi sembrava impossibile che potessero esistere storie così e soprattutto persone così come tua madre perchè io non potrei mai dire una cosa simile della mia nonostante abbia fatto del suo meglio. Che bello sembra anche questa una bellissima fiaba!

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    1. Beh, anche sua mamma aveva un cuore duro. Ma diventando anziana, si è ammorbidito. Hanno pregato insieme anche prima che mia nonna morisse. Si sono guardate. E nel suo sguardo c’era serenità.
      Spero che la nostra favola prosegua ancora per tantissimo tempo…
      Grazie davvero del tuo,emozionante commento💐❤️

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  5. Le favole hanno spesso un lieto fine.
    Questo racconto è una favola d’amore.
    Due protagoniste che hanno sfidato con l’amoe la vita e combattuto un drago…
    bella bella, come te. E la tua mamma.

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  6. Bellissimo. Sono commossa anch’io da questa tua testimonianza. La mia mamma se ne è andata troppo presto, ma purtroppo devo dire che era l’esatto contrario della tua. 😦 Ho avuto accudimento, per carità, ma per il resto…lasciamo perdere.

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  7. Bellissimo……….è tutto quello che sto facendo con mio figlio…..un figlio avuto a quarant’anni.
    Io non ho avuto amore dalla mia famiglia e ho voluto e voglio darne tanto a mio figlio. Grazie per questo bellissimo testo ricco d’amore e di valore❤

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    1. Io ringrazio te. Per la tua testimonianza.
      Elargire amore, gratuitamente, è bellissimo.
      Sono sicura che torna sempre al mittente, raddoppiato!
      Ti abbraccio forte.
      Sono sicura che stai facendo un ottimo lavoro, con tuo figlio. Te ne sarà grato.
      😘

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Grazie per il tuo prezioso tempo!