Via di corsa…

Ore 4.

Il cellulare sul comodino suona. Sto sognando di essere in spiaggia al mare.

Oddio. Ma perché suona? Sto prendendo il sole e…

Apro gli occhi. A fatica, mi rendo conto di essere a letto. La mano tocca la superficie del legno, a destra e sinistra. Che fatica! Ma dove cavolo è?

Metto la mano sul telefonino “Ciao, Dina. Sono Silvano. ( Il portinaio). Codice rosso per una gravidanza extrauterina, mi spiace!”.

“Arrivo subito”.

Il bello di questa stagione è che precipitare fuori dal letto, non è poi così traumatico come in inverno.

M’infilo la maglietta e le bermuda preparate in bagno . Mi lavo a mo’ di speedy gonzales  i denti, e mi fiondo in auto.

Accendo la radio. Wow, danno Mengoni con la sua ultima canzone: Onde. Inizio a cantare  il ritornello ad alta voce. Praticamente urlo. Che bella sensazione. Si, lo so, sono stonata come una  campana arrugginita.  Ma chi se ne frega? Voi dormite ed allora io posso fare tutto il casino che  voglio! Giusto?

“Come onde nel mare che non restano uguali, si trasformano e fuggono via, siamo onde nel mare che non muoiono mai, ma si sfiorano e fuggono via…”

Quanto mi piace. Fantastico.

Grazie Gesù, che hai pensato a me!

Mi pulisco gli occhi. Sembro un un mostriciattolo. Mi aggiusto un po’ i capelli mossi. Non c’è anima viva, in giro.

Arrivo in Ospedale. . Parcheggio e saluto Silvano. Che bello! Dopo tanti anni, conosco tutti. Siamo una grande famiglia. Non so perché, ma lavorare di notte, ci rende estremamente solidali. Sappiamo che a volte è dura. Ma i nostri sorrisi son l’anima dei nostri giorni.

Timbro e salgo di corsa le scale. Incontro Felice, il ginecologo. Mi aggiorna, mentre camminiamo velocemente,  sulla paziente da operare, così sveltiamo i tempi.

È una ragazza giovane. Si è presentata in Pronto Soccorso con dolori addominali. Molto pallida.

Eseguiti test di gravidanza con esito positivo ed ecografia. Gli esami ematici urgenti, hanno evidenziato emoglobina a nove. Mi dice” Dina, Procederemo in videolaparo. Teniamoci pronti per eventuale conversione( possibilità di aprire l’addome con incisione allargata, se la cavità addominale è piena di sangue). Teniamo pronto le sacche di sangue”.

” Ok, perfetto. Preparo tutto. Falla portare immediatamente!”.

Lui va in reparto ad avvisare il personale di portare la paziente ed io, mi reco in Sala. Accendo la luce. Mentre sto indossando la divisa verde, già pronta sull’attaccapanni e gli zoccoli rossi, arriva la mia collega Annalisa.

“Ciao, pupa! “le dico. ” Mi ha riferito Felice, che sta facendo portare una ragazza con gravidanza extrauterina, l’emoglobina è bassa. Forse è da reinfondere. Partiamo in videolaparo. Speriamo bene”.

Raccolgo i capelli con il laccio e m’infilo la cuffia. Mi metto la maschera e vado in Sala.

Siamo fortunate perché è già allestita per la seduta ordinaria di lunedì.

Schermo Tv, elettrobisturi, sacca da 5 litri appesa, per il lavaggio. Lettino completo di reggigambe e ferma spalle con cuscinetti in gel. Controllo che ci siano le bocce sterili di acqua nella bollitrice ( per mettervi poi, l’ottica che altrimenti si appanerebbe).

Sento che suonano. Annalisa con l’anestesista, va a prendere la paziente.

Io apro i cesti dei ferri. Butto sopra il telo sterile tutto ciò che può servire. Giusto per cominciare. Il resto me lo darà la mia collega, in seguito.

Vado a lavarmi velocemente le mani e le braccia. Non c’è tempo di spazzolare. Indosso il camice . Annalisa viene dietro, di corsa, ad allacciarmi.

Posiziono i ferri, in ordine. Tutti perfettamente allineati. In questo sono maniacale. Poi non ci sarà tempo di guardarli. Devo sapere a memoria dove sono. Ogni secondo perso è vitale.

Bisturi . Trocart. Pinza chirurgica ed anatomica. Pinze lunghe per videolaparo. Forbici. Portaghi .

Conto le garze:  due volte. Sistemo il resto.

Arrivano i ginecologi. La paziente, di nome Sara, mi guarda. È pallidissima. L’addormentano subito.

Eseguono un altro prelievo urgente. Somministrano infusioni, velocemente. Sara è ipotesa e tachicardica. Disinfettiamo con iodio. Asciughiamo. Facciamo il campo sterile coi teli.

Pratichiamo i tre accessi. Siamo perfettamente sincronizzati. Non una parola. Entriamo con i trocart ed insuffliamo anidride carbonica per distendere la parete addominale. Annalisa mi porta l’acqua bollente nella ciotola. Ci metto l’ottica.

Si, c’è sangue in addome. Aspiriamo. Non si vede bene…

“Annalisa, aumenta l’aspirazione! Non vediamo nulla! Dai. Sì, così va bene. Dammi altra acqua calda, l’ottica si è appannata”.

Arriva l’esito dell’emocromo. Decidono di infondere una sacca di sangue. La pressione cala. La frequenza aumenta.

Tu- tum  Tu-tum  Tu- tum

L’eco veloce del battito cardiaco ci implora di muoverci. Non c’è tempo…

Sto preparando il bisturi per aprire l’addome. Le mia dita fremono.

Il ginecologo, però, individua la tuba scoppiata ( dove l’ovulo fecondato è migrato al di fuori della cavità uterina). Ripongo il bisturi. Coaguliamo. Aspiriamo nuovamente.

Asportiamo la tuba ed il “piccino” che si è andato ad annidare pericolosamente in una sede non adatta al suo sviluppo.

Si entra con un cestello chiuso, che tramite una leva, si apre in addome ed al suo interno si fa scivolare dentro il materiale. Si estrae e si controlla.

È fatta!

La pressione di Sara, sale. La frequenza è stabile. L’ossigenazione ha valori buoni. Non è necessario infondere un’altra sacca di sangue. L’emoglobina, dopo un altro controllo, sta dando ottima risposta.

L’anestesista accende la radio. Iniziamo a parlare. Ridiamo pure,  al pensiero di quanto caldo farà fuori.

“Eh già…qui si sta proprio bene” esclamo.

Mi guardano male ma poi scoppiamo a ridere tutti quanti.

La tensione piano piano si sta allontanando. Che sudataccia…

La canzone di Giorgia:” Credo”, capita a puntino.

Mentre il medico sutura, credo che il mio lavoro sia spettacolare. Credo che Dio guidi le nostre azioni.

Credo che sia bello quando riusciamo a fare al meglio ciò in cui crediamo fermamente.

È come se io mi trasformassi in felicità. Come una margherita, pronta a lasciarsi bagnare dalla pioggia che esalta il mio colore e irriga i tessuti interni, di bellezza.

Che senso di pace…

Sempre!

96 pensieri riguardo “Via di corsa…

  1. Dopo quello che scrivi e tutte le corse che faccio insieme a te per anticipare il tuo arrivo…”magari aprirti le porte” ..respirando di sollievo insieme a te e dirti grazie di esistere cara Dina per tutto l’amore che metti in questo lavoro missione che va oltre perché è in sintonia con qualcosa piu grande di noi.
    Che Dio ti protegga sempre…insieme a chi a bisogno di te.
    Ti abbraccio forte. ..grazie Dina♥

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    1. Cara Caterina, sei veramente unica!
      ” Aprirmi le porte…”. Tu hai fatto molto di più.
      Il tuo commento ha colmato di emozione la mia anima.
      Ricambio l’abbraccio con tanto affetto.
      Dio, sostenga sempre, il tuo cammino.
      Grazie ancora💖💖

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  2. Grazie per aver condiviso con noi questa bella esperienza, che insegna a tutti quanto sia meravigliosa la vita in ogni sua espressione ^_^ e complimenti a te per il tuo impegno e la tua dedizione… donando alle persone il tuo “sapere” col cuore.

    Ti assicuro che da “paziente” quale sono, è moltissimo!!!! ♥

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  3. Che bello questo tuo profondo legame con Gesù. Ti svegli, lavi, corri, lavori, temi, speri, ami, RINGRAZI sempre in unione con Lui che ti accompagna. Sei stupenda, e sono felice di sapere che ci sei. Ti abbraccio Dina.

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    1. Boccata di ossigeno puro, questo tuo rinforzo positivo.
      Fa sempre tanto piacere condividere i propri sentimenti.
      Se poi, si è sintonizzati sulla “stessa musica divina”, il piacere raddoppia.
      Oggi la Parola ha detto di non temere. Di avere speranza.
      Dio, mi aiuta sempre. Lo so con certezza.
      Buon pomeriggio domenicale.
      Ciao Lucetta🌸

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  4. Leggendo quasi rincorrendo ogni parola perchè mi sembrava di essere in una corsa contro il tempo, e non volevo arrivare in ritardo, ma alla fine lieta della storia, ho vissuto il tuo racconto come se fossi stata presente nella sala. Altro che Grace’s Anatomy o ER (che tra l’altro ho guardato e riguardato e continuo a guardare… 😉 ) Mamma mia Dina che racconto!!!

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    1. Grazie Laura.
      Devo dire che l’urgenza, nel mio lavoro, mi toglie un po’ di vita…
      Ma a me piace!
      Il fattore tempo, è fondamentale.
      Ho la grande fortuna di lavorare con un’ottima equipe. Quando la passione, sostiene la nostra colonna vertebrale, il peso sulle spalle, è più leggero, perché condiviso.
      L’importante è mettercela tutta.
      Grazie ancora.
      Buona domenica.
      Un bacione😘

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  5. Mamma santa che ansia………il tuo non è un lavoro è una missione. Sangue freddo sempre…io non ce la farei! Ti ammiro…

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    1. Tu riesci benissimo in altri campi!
      Si, mi piace definirmi un animale da Sala Operatoria.
      Mi piacciono gli odori. Le sensazioni….tutto
      Buona giornata rinfrescata.
      Ti abbraccio cara Paola. Fortissimoooooo
      💖💖💖

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          1. Immagino….x questo dico che non potrei….io viaggio su tempi lunghissimi e lì non ce la farei…

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          2. Sai, in effetti, non c’è una grande folla che fa domanda per venire a lavorare in Sala.
            Anzi. Spesso i più giovani, dopo un po’ di addestramento, scappano a gambe levate🤣🤣

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    1. 🤣🤣🤣🤣
      Ma no…dai. Ti prego.
      Se stai male, mi spiace tanto. Al limite, prima della lettura, ti prepari una bella tisana rilassante, al finocchio.
      Fai dei bei resipiri con la bocca aperta. Rilassati. Tutto bene?
      Ti abbraccio forte😆

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    1. Si, la ragazza bene.
      Io lo chiamo piccino, ma la gravidanza era all’inizio. La scienza lo definisce ovulo fecondato perché è veramente microscopico.
      È impossibile salvarlo. Perché lui è cresciuto non in utero, ma nella tuba. Quando scoppia la stessa, a causa delle dimensioni che deve assumere per contenere l’ovulo, può provocare la morte della mamma , per emorragia.
      La ragazza, nemmeno sapeva di essere gravida. Inizialmente riteneva fosse una mestruazione abbondante.
      Purtroppo non si può fare di più…

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    1. Grazie a te!
      Sinceramente l’aveva sottovalutata. L’ho riascoltata con calma. Seduta, mentre guardavo il video.
      La frase più bella, che spesso io indosso , è:
      ” Un deserto di felicità con la polvere che ci confonderà. Respiriamo insieme”.
      Bella davvero.
      Grazie !

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        1. Si, lo so. È per questo che ti ho detto che ne sai una più del diavolo( in senso buono, però).
          Solo che le notifiche che non mi arrivano e anche nel lettore, non ti trovo.
          Riesco a individuarti solo quando replichi su altri blog .
          Mannaggia a WordPress 😣😅

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